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Relazione Tossica è quando "mi manca, non so vivere senza, mi è indispensabile per sopravvivere"

  • Immagine del redattore: Laura Totti
    Laura Totti
  • 12 mag 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando parliamo di una relazione tossica facciamo riferimento a comportamenti specifici che innescano circoli viziosi, pericolosi e dolorosi.

In questo articolo parliamo proprio di questa dinamica e di come si origina, ma nel caso in cui tu volessi approfondire o capire il percorso più efficace per ricominciare, allontanarti o affrontare un amore malato, puoi contattarmi direttamente.



AMORE TOSSICO: ACCETTARE TUTTO NONOSTANTE TUTTO

Le persone che stanno in relazioni tossiche, di fronte a cose discutibili, perdonano, giustificano, assolvono, "comprendono" anche quando i limiti vengono di gran lunga oltrepassati. Si ripetono continuamente frasi del tipo “Io lo/la aiuterò“, “Io potrò guarirlo/a", "Se lo/la amassi di più cambierebbe..."; in realtà non fanno altro che raccontarsela, rimanendo in una lotta senza fine, immane, dove la salvezza dell’altro diventa la mission della propria vita.

I dipendenti affettivi amano troppo e in modo sbagliato.


FIN DA PICCOLI SI CRESCE COL MANDATO DEL SALVATORE

“Da piccola mi sentivo carta da parati. A due anni dovevo essere indipendente, arrangiarmi da me perché c’era mia sorella neonata che aveva bisogno di cure ed attenzioni”.

R., 47 anni


Nel ricostruire la propria storia, la dipendente affettiva visualizza se stessa come una bambina invisibile, una bambina che ricorda la presenza di troppi problemi in famiglia che impedivano ai genitori di accorgersi delle sue esigenze emotive… e di lei (Peabody, 2005).


La letteratura riferisce che la storia familiare di questi pazienti è costellata da esperienze dolorose e da eventi critici che hanno richiesto loro di far fronte a problematiche gravi dei genitori: un padre alcolista e/o violento, una depressione della madre, lutti mai elaborati.

I modi in cui questi bambini cercano di “salvare” la loro famiglia possono essere sostanzialmente di due tipi:

  • possono rendersi invisibili, come una “carta da parati” e ritrovarsi da adulti con una sofferenza intorpidita, difficile da gestire.

  • essere bravi, vincenti nel mondo esterno, brillanti, entusiasti, perché questo li aiuta a riempire il vuoto dentro di sé e a coprire rabbia, paura e tensione.

Apparire felice diventa prioritario rispetto al sentirsi felice.


Un altro aspetto che caratterizza l’infanzia della dipendente affettiva è la sua triangolazione nelle dinamiche di coppia.

Da una parte si diventa confidenti di una madre lamentosa, frustrata ma che non decide di chiudere la sua relazione tossica; dall'altro un padre emotivamente distante che non si accorge di questa “scomoda” alleanza contro di lui e quindi non interviene per spezzare la dinamica relazionale nociva.


Pertanto a causa del loro passato accettano storie malate, storie insane, dolorose, confuse e ambigue dove il sano progetto comune viene sostituito da piccoli e grandi ricatti emotivi, abusi fisici e psichici, insoddisfazione o vera sofferenza.

La relazione di tramuta in ambito di fatica e sofferenza.

L’impossibilità di pensare ad un distacco dall’altro condiziona tutto il rapporto finalizzato quasi esclusivamente ad assicurarsi di non essere abbandonato.




 
 
 

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